I taralli

Notizie storiche

Le ipotesi legate all’etimologia della parola “tarallo” la riconducono a diverse origini: all’etimo greco “daratos”, sorta di pane; al latino “torrère”, abbrustolire; alla parola francese “toral”, essiccatoio; all’italico “tar”, avvolgere, facendo riferimento alla forma rotonda; al francese antico “danal”, pane rotondo.

Nel XVIII secolo i fornai napoletani iniziarono a realizzare i cosiddetti “taralli ‘nzogna e pepe” utilizzando gli avanzi della pasta del pane a cui aggiungevano la sugna e il pepe nero. Le mandorle furono aggiunte nell’impasto nel XIX secolo. La diffusione dei taralli portò alla nascita della figura del “tarallaro”, che portava una cesta in spalla colma di taralli caldi coperti da un canovaccio, per venderli in strada. Secondo la tradizione la gente consumava i taralli anche inzuppandoli nell’acqua di mare.

I taralli sono prodotti agroalimentari tradizionali campani, riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, in seguito alla proposta presentata dalla Regione Campania.

Ricetta

Impastare per 10 minuti 400 gr di farina, 120 gr di sugna, 30 gr di lievito di birra e 2 cucchiaini di lievito oltre al sale con un po’ di acqua tiepida. Quando la pasta sarà lavorata, dividetela in bastoncini e attorcigliateli tra loro in modo da ottenere un cordone della grandezza di 15 cm chiudendoli poi a forma di ciambella. Mettere i taralli a lievitare coperti su un panno infarinato per 1 ora e mezza e quindi infornare a forno appena tiepido facendoli cuocere per 1 ora. È facoltativo l’uso di mandorle sgusciate.

Riferimenti letterari

Ne “Il ventre di Napoli” di Matilde Serao, pubblicato nel 1884, sono descritti i “fondaci”, le zone popolari adiacenti al porto abitate da persone in condizioni di estrema che consumavano come cibo principale i taralli. L’autrice, inoltre, citò la figura del venditore ambulante di taralli, ormai scomparsa: «le famose gradelle di santa Barbara, celebri per il loro tarallaro, il biscottaio popolare».

Fonti bibliografiche e sitografiche

Jeanne Caròla Francesconi, La cucina napoletana, Napoli 1965.

www.taralli.it

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